La storia è vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità” (Cicerone).

Una generazione che ignora le proprie origini è assimilabile a un albero dal bel fogliame, inconsapevolmente privo di radici; dunque, Il desiderio di risvegliare nei giovani il senso profondo della propria storia ha animato la paziente, lunga ricerca avviata alcuni anni fa da un gruppo di studiosi e di docenti che, in più fasi e per occasioni diverse, hanno riportato alla luce documenti, foto, reperti, strumenti, testimonianze di uno splendore dimenticato.
“E’ un errore grandissimo pensare che la storia consiste necessariamente in qualcosa di scritto: può consistere benissimo in qualcosa di costruito e chiese, case, ponti, anfiteatri possono raccontare le loro vicende con la chiarezza di un libro stampato, se si hanno occhi per vedere” scrive Eileen Power. Nel nostro caso, dunque, a raccontare alle giovani generazioni le vicende della loro Scuola, nata agli inizi del XX secolo come emanazione della legge n. 351 del 1904, è tutto quanto conservato nel  Museo e nelle numerose strumentazioni  ancora in attesa di essere collocate.
Questo custodisce tre telai in legno dei primi anni del XX secolo, in perfetto stato di conservazione e funzionanti, rare strumentazioni di laboratorio ed oggetti della prima metà del XX secolo, provenienti dai laboratori di tessitura della prima sede di Via Tarsia (1905-1925) e da quella definitiva in Via Foggia. Possono essere ammirati, inoltre, registri di analisi di tessuti della prima metà del XX sec., tre ricchi annuari del 1910, 1920, 1937, testi manoscritti di tessitura con disegni, campioni di stoffe, tracciati e analisi dei tessuti, lastre di zinco su supporto ligneo recanti matrici per la stampa dei tessuti operati databili tra la fine del XIX secolo e  la metà del XX secolo.